La storia di Pasquale: dopo 8 anni non vedo e non sento i miei figliIo penso che...
07/04/2019 - 10:23E' passato un altro anno, e la mia situazione non cambia, ma peggiora, e tutto questo nonostante vecchi e nuovi provvedimenti dispongono la ripresa immediata di incontri padre figli. Ad oggi, dopo 8 anni (3 marzo 2011) non li vedo e non li sento, neanche in foto. In tutti questi anni, giorno per giorno, sono riusciti a contaminare i miei due figli, ed a spingerli a rifiutare il padre e tutto il ramo familiare paterno. A partire dal provvedimento di divorzio 2012, però, erano previsti incontri in area protetta, ma la madre non si presentava, ed i servizi sociali inviavano relazioni nei posti sbagliati. Anche il tribunale per i minorenni, nel 2014, disponeva la ripresa degli incontri, ma la mia la madre continuava a non collaborare, ed i servizi non seguivano le indicazioni del decreto: non inviavano i minori alla NPI di competenza e non inviavano le relazioni ogni 6 mesi al giudice, come da prescrizione. Dopo oltre 3 anni, finalmente i servizi sociali scrissero al tribunale per i minorenni, segnalando di non essere riusciti a far riprendere i contatti tra padre e figli. Ad ottobre 2017, in seguito alla mia richiesta di modifica delle condizioni di divorzio, veniva disposto nuovamente la ripresa immediata degli incontri, con le solite condizioni e prescrizioni da rispettare (bla,bla,bla....). COME SEMPRE, L´UNICO A RISPETTARE LE INDICAZIONI SONO STATO IO. Infatti, nuovamente la madre non collabora, ed i ragazzi non sono mai stati portati agli incontri previsti in area protetta da un preciso calendario redatto dagli operatori; i quali, a giugno dello stesso anno, inviavano una relazione, ma anche questa volta nel posto sbagliato (....), diverso da quello indicato nel decreto della modifica di divorzio del 2017. Nonostante la mia segnalazione, ad oggi nulla è stato inviato a chi di dovere; a dicembre 2018 un operatrice dei servizi sociali (psicologa), mi ha contatto e riferito che stavano preparando una (ennesima) relazione, e che a gennaio l´avrebbero inoltrata in procura della repubblica del tribunale per i minorenni, cosi come indicato dal giudice. La mia ex moglie, però, impugnava il decreto del 2017, portando il problema in corte di appello, chiedendo l´aumento dell´assegno e la rimozione della disposizione della ripresa incontri padre figli, in quanto i ragazzi sono diventati più grandi e non desiderano incontrarmi. Il 13 febbraio, in occasione della prima udienza in corte d'appello di Milano, è stato aumentato in via provvisoria l'assegno per i miei figli, e richiesta una nuova relazione dei servizi sociali. Ci sarà una nuova udienza a fine maggio. In sintesi, stanno solo facendo passare del tempo, sono cose lunghe, un padre è la palla e loro sono i giocatori da ping pong. Giocano e guadagnano sulla pelle delle persone. In tutti questi anni hanno cercato di distruggermi, psicologicamente, economicamente, accusandomi di essere violento, pericoloso, sottoponendomi a processi penali ed a verifiche di presunte malattie mentali; mi hanno ricattato con l'imposizione di dover seguire percorsi psicologici e psichiatrici, altrimenti gli incontri non sarebbero potuti iniziare. La verità è che la giustizia non esiste. Con prove alla mano, posso dimostrare che la madre dei miei figli sin dall´inizio non rispettava le ordinanze dei tribunali, i servizi sociali idem. I giudici puniscono me, non la madre e i servizi che non hanno osservato mai i provvedimenti. Peraltro, gli psicologi e psichiatri non hanno prescritto terapie e non hanno riscontrato in tutti questi anni disturbi patologici e nessuna controindicazioni ad incontrare i figli. Per cui dov´è la verità? Chi sono i malati? Questo succede, in Italia, a chi è onesto e cerca di fare il padre. Per ultimo, non solo sostengo e dico che la PAS esiste (in Brasile è riconosciuta per legge dal 2010), ma mi è anche capitato di sentire e vedere dei minori che, quando incontrano per poche ore il genitore non collocatario, scappano via, dicendo "sei cattivo, ti sparo, sei brutto, non ti voglio, devi andare in carcere", e alla domanda "chi l´ha detto?", rispondono semplicemente "...la mamma".
PASQUALE Fonte: Redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia è stata letta 2276 volte
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