Bologna, educatrice se la intende con un padre violento e cambia la relazioneNews e Comunicati Stampa
31/03/2012 - 22.59A dimostrazione che servizi e assistenti sociali rappresentano oggi un vero e proprio organo di potere autosufficiente - che sorvola spesso sulla onestà e competenza dei propri addetti - un gustoso mix di gossip e mala giustizia con protagonista negativo, questa volta, un padre e una giovane educatrice innamorata del suddetto. C'è da dire che, stante il sesso femminile prevalente degli operatori sociali in Italia - gli uomini, chissà perchè, non si fanno avanti in molti all'interno di questo settore così importante e delicato -, prima o poi doveva capitare la "liasòn" tra un genitore separato e la bella e inesperta (?) operatrice. E l'amore, spesso, porta a commettere sciocchezze. Così, grazie al lavoro certosino di un investigatore, la relazione tra un uomo separato già sotto processo per aver causato alla ex moglie una prognosi di 21 giorni (frattura e deviazione del setto nasale...) e l'educatrice è saltata fuori. La storia. Marito e moglie, 33 e 32 anni, italiani, residenti in provincia, subito dopo il matrimonio cominciano a litigare, lui alza le mani su di lei e la convivenza naufraga in una separazione. Nel frattempo è nato un bambino che oggi ha quasi 3 anni. Intervengono il Tribunale dei minori e i servizi sociali, che devono regolare gli incontri protetti e fare rapporto al giudice sullo stato emotivo e sulla ‘capacità genitoriale’ del padre, meccanico, e della madre, veterinario. Ad un certo punto qualcosa cambia: la relazione dei servizi, stranamente, dipinge il padre, che durante una lite diede una gomitata alla moglie deviandole il setto nasale (21 giorni di prognosi, denuncia e ordine di protezione del Tribunale), come «la figura genitoriale più equilibrata». Sorge il sospetto. La mamma e il suo legale incaricano un investigatore privato di sorvegliare il papà. Ed ecco la sorpresa: l’uomo ha una relazione con un’educatrice dei servizi che fa parte del pool che giudica i genitori. Per dieci giorni l’investigatore resta incollato al padre. Lo controlla, lo fotografa. Lo vede andare al lavoro, uscire, andare al periodico incontro con l’ex moglie per prelevare il bambino e tenerlo con sé, come da programma stabilito dai servizi. Poi vede l’uomo andare in auto fino alla casa di un paese vicino, parcheggiare ed entrare. Per uscire la mattina dopo. Proprio così. Il padre passa lì la notte e con lui il bambino. E chi abita in quella casa? L’educatrice dei servizi sociali di 26 anni che si sta occupando del caso e che nei mesi precedenti ha partecipato a ben 11 incontri protetti fra il padre e la madre. L’educatrice che assieme ai colleghi stila le relazioni che finiscono al giudice dei minori. Quelle relazioni in cui la madre viene dipinta come sempre intenta «a recriminare un presunto trattamento di favore che i servizi starebbero ponendo in atto nei confronti del padre». Presunto trattamento di favore? Ora la madre ha deciso di passare al contrattacco. Il suo avvocato ha depositato in Procura un esposto per denunciare l’educatrice, un arbitro non imparziale visto il chiaro conflitto di interessi. Il legale ipotizza il reato di abuso d’ufficio del pubblico ufficiale, lasciando ai magistrati la libertà di valutare altri reati. Fonte: Redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia è stata letta 2269 volte
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