Nota di replica del tribunale di Civitavecchia: qui nessuno scandalo e nessun falso condivisoIn Primo Piano
21/02/2011 - 22.06Egregio direttore responsabile di ADIANTUM, In relazione all’articolo a firma Fabio Nestola apparso in data 9 febbraio 2011 con il titolo “moduli predisposti per il falso condiviso. Lo scandalo parte del tribunale di Civitavecchia” faccio presente quanto segue. Il modulo al quale si fa riferimento non è un “verbale di comparizione dei coniugi “ come erroneamente indicato, ma era una bozza di provvedimento presidenziale da adottare all’esito della prima udienza di comparizione dei coniugi. Tale modulo, infatti, non è in uso presso il Tribunale di Civitavecchia dal marzo 2006 , da quando, cioè, è entrata in vigore la legge n°54/2006che ha introdotto l’affidamento condiviso dei minori come regime da adottare in via prioritaria. La bozza di provvedimento sottoposta a critica è stesa in calce al verbale di comparizione dei coniugi che è , questo sì, tuttora in uso e di cui si serviva la cancelleria al fine di evitare inutili sprechi di carta. Il provvedimento adottato dal presidente, all’esito dell’udienza di comparizione dei coniugi, è redatto per mezzo del computer ed adeguatamente motivato in relazione alle emergenze del caso singolo. A titolo informativo, segnalo che il regime di affidamento condiviso viene disposto presso il Tribunale di Civitavecchia nella quasi totalità dei casi, con percentuali tra le più alte in Italia (circa il 99%). In epoca antecedente all’entrata in vigore della legge N°54/2006 il regime normale di affidamento era quello esclusivo ad uno dei genitori, quasi sempre la madre specie se in presenza di figli in tenera età. Si comprende, quindi, come la predisposizione della bozza di cui si discute trovava la propria ragione d’essere con riferimento a ciò che veniva deciso nella stragrande maggioranza dei casi ( senza escludere evidentemente che il presidente potesse decidere diversamente adattando la bozza di provvedimento alle esigenze del caso). Appare evidente , quindi , che non si possa parlare di alcuno “scandalo” né di “falso condiviso” e vi invito , pertanto, a ristabilire una corretta informazione provvedendo alla pubblicazione della presente nota.
Il presidente del Tribunale di Civitavecchia dottor Mario ALMERIGHI Fonte: Redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia è stata letta 7568 volte
|
![]() ![]() Notizie Correlate
Le Notizie più LetteParlando con franchezza...:
Genitori che giustificate sempre vostri figli, preparatevi a dolore:...
Cronache dai tribunali:
Il pernottamento in casa paterna secondo il tribunale dei minori di Roma
Cronache dai tribunali:
Il condiviso secondo il tribunale dei minori di Roma
Psicologia in linea:
Capire il tuo bambino attraverso
l´interpretazione dei suoi...
|
||||||||||||||||||||||||||||||
|
09.55 di sabato 05/03/2011 | ||
scritto da carlo zeuli | ||
Caro dr.Almerighi, la questione non verte sull´affidamento condiviso, come dizione (svuotata di significato genitoriale effettivo) bensì sul malvezzo, da parte del suo e di moltissimi altri tribunali, di privilegiare uno dei due generi con lo stereotipo, sentito anche sulla bocca dell´on.Mussolini, che "i figli sono delle madri". Questo stereotipo infonde il più macabro e incostituzionale concetto di discriminazione di genere. Le ricordo, al proposito, l´art.3 della costituzione, vilipeso dalla prassi (leggasi "andazzo") di "collocamento prevalente" che nè lei nè altri autorevoli magistrati potrete mai contraddire. In questa precisazione di falso codice di procedura civile, perpetrante un falso affido condiviso sostanziale, s´insedia la corretta informazione, che lei ha ben donde di richiedere e che, in qualità di padre separato, rovinato dai tribunali come il suo, le dovevo. L´uso dei prestampati di cui, tra le righe, lei ammette di aver consentito la circolazione, pur con le limitazioni temporali e di causa, da lei addotte, (che lei non precisa in quale forma si sono tuttora evolute..), consistono in un ulteriore peggiorativo che aggiungono altra volgarità all´uso strumentale della giustizia, attualmente deplorevolmente registrato sulla pelle dei padri e dei figli. Tanto le dovevo. Carlo Zeuli (czeuli@libero.it) | ||
| ||
19.26 di mercoledì 23/02/2011 | ||
scritto da ide | ||
Gentile Almerighi, che nel 99% dei casi su una sentenza ci sia la parola "condiviso", non vuol dire che il Tribunale disponga il condiviso, poi che sia stato fatto un passo in avanti con l´entrata in vigore della legge 54/90 io personalmente non lo nego, ma la tendenza è stata e resta quella di ribaltare la vecchia giurispudenza e il vecchi modo d´agire sulla nuova norma, o forse a Civitavecchia nel 99% dei casi oltre alla parola condiviso c´Ã¨ anche la frase mantenimento diretto per capitoli di spesa? o forse nel 99% dei casi non si usa la parola genitore collocatario o prevalente? e nei casi di mobbing genitoriale cosa fate e se poi interviene una P.A.S, quel´Ã¨ il vostro agire? oppure in questi casi vi è nel 99% la parola generica conflittualità ? ecc. ecc.. ecc.. | ||
| ||
22.51 di martedì 22/02/2011 | ||
scritto da armando nardi - aderente alla class action | ||
...Stefano C., sei un grande. Davvero, stimo molto il tuo pensiero, lo condivido con la ragione, ma con il cuore sono incazzato. Se il giudice Almerighi si rendesse conto di quello che dice, potrei anche sopportare tutto. Il fatto è che non capisco dove vuole andare a parare... Crede davvero in quello che afferma? | ||
| ||
15.07 di martedì 22/02/2011 | ||
scritto da Giuseppe Costantini aderente alla Class Action | ||
Visto che il Dottor Almerighi è stato così gentile (gliene va´ comunque dato merito) nel rispondere sull´argomento, e altresì considerato che parla di "nessun scandalo" e soprattutto "nessun falso condiviso", potete chiedergli di fare un ulteriore piccolo sforzo (magari lo demanderà ad un suo collaboratore) per farci sapere quante volte il suo Tribunale, in tali "veri condivisi", ha "collocato prevalentemente" i minori alla madre e quali tempi mediamente sono stati assegnati ai padri, sempre in virtù di questi "veri condivisi"? Grazie | ||
| ||
13.55 di martedì 22/02/2011 | ||
scritto da Massimiliano Fois | ||
In riferimento alla risposta del presidente del tribunale mi permetto di fare anche io due osservazioni. Una positiva e l´altra di critica. Quella positiva riguarda il fatto che il presidente del tribunale risponde vuol dire che si interessa al dibattito o almeno c´Ã¨ un scambio di notizie ed informazioni che lasciano ben sperare che nel futuro si rieasca meglio a comunicare con gli addetti del settore. Il punto dolente che mi sento di esprimere al presidente è il seguente...va bene che l´affidamento condiviso è la norma e non voglio certo mettere il dubbio che il tribunale di civitavecchia lo applichi nel 99% dei casi e che in linea di principio il presidente di turno decide sul caso specifico....però credo sia altrettanto innegabile che non sia sufficiente il cappello dell´affido condiviso se poi nelle modalità di permanenza del figlio con il padre sono le stesse di quelle antecedenti la legge.
I presidenti dei tribunali devono accettare l´evidenza che l´istituzione del collocamento prevalente vanifica l´efficacia dell´affido condiviso, poichè in termini pratici il genitore non collocatario passa poco tempo con i figli ed è comunque soggetto a tutte le situazioni impreviste che finiscono per abbassare sensibilmente il tempo di permanenza. Inoltre il genitore collocatario ritiene che l´avergli conferito tale onere corrisponda ad una maggiore importanza come genitore e quindi si ritiene genitore prevalente!In termini pratici si sostituisce il soggetto (domicilio) con (genitore) prevalente. | ||
|
1 - 2
La redazione si riserva di eliminare o correggere i commenti ritenuti offensivi, volgari e volutamente provocatori
Ogni opinione espressa in questi commenti è unicamente quella del suo autore, si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione del materiale inviato. L'utente, inviando un commento, dichiara e garantisce di tenere Adiantum manlevata e indenne da ogni eventuale effetto pregiudizievole e/o azione che dovesse essere promossa da terzi con riferimento al materiale divulgato e/o pubblicato.